Oltre la Tavola Imbandita
- Valentina Mora

- 5 dic
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 11 dic
Costruire relazioni con il gioco durante le feste di Natale
Le vacanze natalizie, con la loro magia e i loro ritmi sospesi, possono talvolta trasformarsi in una fonte di stress per i genitori: le giornate lunghe e libere, i tempi "vuoti" da riempire, i pranzi interminabili. Eppure, queste stesse occasioni nascondono una straordinaria opportunità educativa e relazionale: quella di utilizzare il gioco come linguaggio privilegiato per rafforzare legami, gestire le dinamiche familiari e trasformare il "dover stare insieme" in un desiderio di condividere.
Come scriveva il grande poeta e maestro della fantasia Gianni Rodari, il vero obiettivo è "imparare a fare le cose difficili", come "dare la mano al cieco" o "cantare per il sordo". Giocare con i propri figli, mettersi al loro livello, è un modo concreto per "dare la mano", per entrare in un contatto autentico, superando la barriera dei ruoli e delle aspettative.
Il gioco non è un semplice passatempo. Loris Malaguzzi ci insegnava che "Il gioco è quel contesto dove il pensiero diventa azione, dove le mani diventano strumenti di scoperta." Durante le feste, ogni momento può diventare un contesto di scoperta: l'odore delle spezie in cucina, la texture di un addobbo, l'atmosfera diversa della casa.
Ma il valore più profondo del gioco natalizio emerge quando diventa un atto di condivisione. Lo psicoanalista Donald Winnicott sosteneva che "Nel gioco, e soltanto nel gioco, il bambino o l'adulto è libero di essere creativo e di fare uso dell'intera personalità. È solo nell'essere creativo che l'individuo scopre il sé." Quando un genitore si siede a terra a costruire una torre di scatole o inventa una storia assurda, non sta solo "intrattenendo", sta offrendo la sua personalità autentica, incontra il sé del figlio e, insieme, creano un'unica esperienza. È da questi momenti che nasce una relazione solida. Come ricordava A. S. Neill, "Il bambino che gioca con entusiasmo è un bambino felice, e da adulto saprà affrontare la vita con lo stesso entusiasmo." Quel clima di gioia e accoglienza ludica che costruiamo a Natale è un dono che dura per sempre.
I lunghi pomeriggi di vacanza possono essere riempiti di significato attraverso proposte ludiche che stimolino la creatività. Create un "angolo delle feste" con materiali semplici: cartoncini, colla, nastri, timbri, paste modellabili profumate (come il didò fatto in casa alla cannella o all'arancia). Proponete di creare un "biglietto di auguri segreto" per un familiare o un "mini-presepe/pupazzo di neve" con materiali di recupero stimolando l'autonomia e la concentrazione. Create insieme un memory delle feste con simboli natalizi disegnati su doppie carte.
La tavola apparecchiata può diventare un'area di gioco tranquilla che coinvolge tutti, rispettando i tempi lunghi del pasto. L'obiettivo è includere.
A caccia di dettagli: i bambini possono usare il loro kit dell'esploratore per osservare ciò che gli adulti non notano: quanti fiori ci sono nel centrotavola? Quante palline rosse si vedono dalla loro posizione? Possono annotare o disegnare.
Architetti a tavola: con tappi di sughero, stecchini, tappi di bottiglia e un po' di pazienza si può gareggiare a chi costruisce la torre più alta o la struttura più originale, direttamente sul tavolo o in uno spazio dedicato.
Il "Barattolo delle storie di Natale": in un barattolo, foglietti con parole o immagini natalizie. A turno, ogni membro della famiglia aggiunge una frase a una storia che ha per protagonisti un personaggio natalizio buffo (un elfo pasticcione, una renna fifona). Sviluppa il linguaggio, l'ascolto e fa ridere tutti.
Quando la tavola è sparecchiata, è il momento di dedicarsi a giochi più strutturati che cementano il gruppo, tra questi puoi trovare Dixit, tombola di Natale, Uno, Bicchierini sprint, Dobble, Fantascatti, Carcassonne, Taco-gatto-capra-cacio-pizza, Color addict e molti altri.
Le feste ci insegnano che il dono più autentico non si trova sotto l'albero, ma nella qualità del tempo condiviso. È la presenza attiva, fatta di mani sporche di colla, di risate per storie assurde, della complicità di una partita giocata insieme. Sono questi frammenti di gioco condiviso a tessere la trama dei ricordi familiari e a costruire, giorno dopo giorno, una relazione capace di resistere ben oltre l'effimero splendore delle luminarie.
Lo studio pedagogico evolutivo A mente aperta è a disposizione per consulenze personalizzate su come integrare il gioco nella routine familiare e trasformare le piccole sfide quotidiane in opportunità di crescita condivisa.
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